Trascrizione
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Immaginate di essere su un treno e di vedere una persona con giacca e cappello con il logo dell’azienda che si sta fermando accanto ad ogni passeggero Per qualche secondo, ci vorrà davvero poco tempo per riconoscere quella persona come il controllore e per capire che quello che sta facendo è controllare che tutti i passeggeri abbiano il biglietto. La nostra reazione a questo punto sarà probabilmente quella di prendere il biglietto e mostrarglielo per poi tornare a fare quello che facevamo prima.
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Immaginiamo Sullo stesso treno si vede in lontananza una persona incappucciata che si ferma vicino a tutti i passeggeri.
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E chiede con una certa insistenza di dargli tutti gli oggetti preziosi in loro possesso. A questo punto avremo già capito che questa persona è un rapinatore e avremo già iniziato a valutare le possibili reazioni, scappare, allertare il capotreno, chiamare la polizia. Spostiamoci ora su un altro treno in lontananza e vediamo passare il capotreno. Iniziamo a preparare il biglietto eppure notiamo che le persone sono spaventate e stanno consegnando al controllore tutti gli oggetti preziosi in loro possesso. Probabilmente saremmo completamente persi e non sapremmo cosa fare. Basterebbe alla nostra mente qualche secondo in più per capire come comportarci in questa situazione.
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Sono Giovanni Telesca e questo è the social mind, un podcast che parla di processi sociali e cerca di dare risposte complesse a domande semplici.
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Nel primo e nel secondo esempio abbiamo implementato quelli che in psicologia sociale vengono chiamati schemi, un insieme di conoscenze, atteggiamenti ed emozioni che portano all’attuazione di un determinato comportamento e questi schemi vengono recuperati dalla nostra memoria e attivati in modo molto veloce, quasi automatico, senza che ce ne rendiamo conto. In realtà, ciò che accade sotto la superficie è che la nostra mente elabora continuamente una grande quantità di informazioni che provengono dall’ambiente esterno. Queste informazioni sono catalogate in modo da rendere prevedibile il mondo che ci circonda. Ciò avviene sia per gli stimoli fisici che per quelli sociali. Ad esempio, se entriamo in un bagno pubblico, sappiamo esattamente cosa aspettarci. Sappiamo come è strutturato e disponiamo di un prototipo di questo ambiente.
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Probabilmente riusciremo a prevedere, con buona approssimazione alla realtà, il grado di pulizia di questo bagno. Quindi se vediamo un capotreno avvicinarsi a ciascun passeggero mentre siamo su un treno, possiamo prevedere che probabilmente sta controllando i biglietti. Infatti, anche nel caso degli stimoli sociali creiamo prototipi delle persone che ci circondano, inserendo persone che hanno un ambito più o meno familiare e creando un modello rappresentativo di questa categoria. Nei nostri casi il capotreno e il rapinatore, tanto che nel nostro terzo esempio quello in cui.
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Il capotreno, invece di chiedere i biglietti, deruba i passeggeri. Abbiamo bisogno di un po’ più di tempo per capire cosa sta succedendo. Ciò è molto probabilmente dovuto al fatto che l’azione del rubare non rientra nel prototipo del capotreno e quindi la mente ha bisogno di più tempo per capire quale schema attivare e quale comportamento mettere in atto. In risposta a questa situazione, il motivo per cui creiamo categorie, prototipi e modelli, quindi, è più semplice di quanto si possa pensare. Dobbiamo semplificare e rendere prevedibile il mondo che ci circonda, sarebbe infatti difficile, se non impossibile, vivere.
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Dover iniziare ogni giorno a categorizzare da zero i luoghi e le persone che ci circondano.
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Un po’ come accade nel film “50 volte il primo bacio” in cui la protagonista, in seguito ad un incidente, soffre di una grave amnesia, per cui durante la notte dimentica tutto quello che le è successo e tutte le persone incontrate durante il giorno prima e deve ripartire da zero. L’origine della nostra capacità di creare categorie per semplificare il mondo è legata alla nostra evoluzione ed è una delle capacità che probabilmente ci ha permesso di sopravvivere come specie. Infatti, questa capacità ci ha permesso di classificare il cibo come buono da mangiare o velenoso e quindi di classificare le situazioni in cui ci siamo trovati come rischiose, ad esempio quella di incontrare un Leone nella savana o sicura. Dal punto di vista sociale, la capacità di Riconoscere i nostri familiari rispetto agli altri significava saper riconoscere da chi potevamo ottenere cure, cibo, conforto e in un mondo sociale più complesso.
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Questa capacità ci ha permesso di distinguere le persone che fanno parte del nostro gruppo, ad esempio della nostra tribù, da persone che fanno parte di un gruppo nemico e quindi da evitare e così via. È importante sottolineare come le categorie, gli schemi, possono formarsi attraverso l’esperienza diretta, ma in molti casi vengono trasmessi socialmente. In parole povere ci vengono trasmessi da persone a noi vicine, infatti se pensiamo agli esempi che abbiamo fatto ad inizio puntata, mentre è molto probabile che abbiamo incontrato un capotreno e che ci abbia chiesto il biglietto.
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È molto meno probabile essere stati derubati, eppure, attraverso l’esperienza di altri, come il racconto di un nostro sfortunato conoscente, abbiamo acquisito entrambi un’immagine prototipica del rapinatore, una persona incappucciata che minaccia i passanti. Sia i modelli che i comportamenti da attuare in risposta a questo stimolo, come scappare o chiamare la polizia. Chiaramente va detto che le categorie non sono fisse, ma possono anche cambiare, anche se, vista la loro funzione di dare ordine al mondo sociale, mondo che sarebbe molto complesso da interpretare diversamente.
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Esse sono molto resistenti al cambiamento, anche perché la nostra mente cerca sempre di trovare delle prove che le rendano valide, tanto che se ci dovesse capitare una situazione in cui il capotreno, invece di chiederci il biglietto, tentasse davvero di rapinarci, questo non avrebbe l’effetto di farci pensare che tutti i capi treno siano dei rapinatori. Come cambierebbe allora la nostra categoria di capotreno? Probabilmente la nostra mente creerebbe una sottocategoria che tenga conto anche della possibilità che alcuni capitreno potrebbero rapinare i passeggeri a.
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Fare uno schema di risposta adeguato, la creazione di categorie avviene anche nel caso di gruppi sociali più vasti, come gli italiani, gli spagnoli o ancora gli immigrati, in modo simile al capotreno ci creiamo un’immagine prototipica di un membro di un certo gruppo per poi assegnarla all’intero gruppo di cui questa persona fa parte. In questo caso le categorie sono chiamate stereotipi. Il motivo per cui adottiamo questa semplificazione è simile a quelli già spiegati prima, ci permette di semplificare il mondo attorno a noi e anche di formarci rapide impressioni sulle persone che incontriamo. Tuttavia gli stereotipi sono spesso associati a pregiudizi e discriminazioni.
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Ma di questo parleremo nella prossima puntata, sperando che oggi sia più chiaro il perché dividiamo gli altri in categorie e questo non è un meccanismo disfunzionale, ma anzi una parte del normale funzionamento della nostra mente, sperando che nessun capotreno si sia offeso per essere stato utilizzato come esempio. All’interno di questa puntata non mi resta che ricordarvi che se volete contattarmi per feedback o per domande, potete farlo via mail, all’indirizzosocialmind@giovannitelesca.net oppure tramite Instagram alla pagina the social mind_ PODCAST.
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Saluto, ci sentiamo nella prossima puntata.
English Transcription
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Imagine being on a train and seeing a person wearing a jacket and hat with the company logo stopping next to each passenger. For a few seconds, it will take very little time to recognize that person as the conductor and to understand that that what he is doing is checking that all passengers have tickets. Our reaction at this point will probably be to take the ticket and show it to him and then go back to doing what we were doing before.
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Let’s imagine On the same train you can see a hooded person in the distance who stops near all the passengers.
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And he asks with some insistence to give him all the precious objects in their possession. At this point we will have already understood that this person is a robber and we will have already started to evaluate the possible reactions, run away, alert the train conductor, call the police. Let’s now move to another train in the distance and see the conductor pass by. We start preparing the ticket and yet we notice that people are scared and are handing over all the precious objects in their possession to the ticket inspector. We would probably be completely lost and not know what to do. A few more seconds would be enough for our mind to understand how to behave in this situation.
00:01:16
I’m Giovanni Telesca and this is the social mind, a podcast that talks about social processes and tries to give complex answers to simple questions.
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In the first and second example we have implemented what in social psychology are called schemas, a set of knowledge, attitudes and emotions that lead to the implementation of a certain behavior and these schemas are retrieved from our memory and activated very quickly , almost automatic, without us realizing it. In reality, what happens beneath the surface is that our mind continuously processes a large amount of information that comes from the external environment. This information is cataloged in a way that makes the world around us predictable. This happens for both physical and social stimuli. For example, if we enter a public restroom, we know exactly what to expect. We know how it is structured and we have a prototype of this environment.
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We will probably be able to predict, with a good approximation to reality, the degree of cleanliness of this bathroom. So if we see a conductor approaching each passenger while we are on a train, we can predict that he is probably checking tickets. In fact, even in the case of social stimuli we create prototypes of the people around us, inserting people who have a more or less familiar environment and creating a representative model of this category. In our cases the train conductor and the robber, so much so that in our third example the one in which.
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The conductor, instead of asking for tickets, robs passengers. We need a little more time to understand what is happening. This is most likely due to the fact that the action of stealing does not fit into the train conductor’s prototype and therefore the mind needs more time to understand which scheme to activate and which behavior to implement. In response to this situation, the reason we create categories, prototypes and models, therefore, is simpler than you might think. We must simplify and make the world around us predictable, it would in fact be difficult, if not impossible, to live.
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Having to start every day to categorize the places and people around us from scratch.
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A bit like what happens in the film “50 First Dates” in which the protagonist, following an accident, suffers from severe amnesia, so during the night she forgets everything that happened to her and all the people she met during the trip. day before and has to start from scratch. The origin of our ability to create categories to simplify the world is linked to our evolution and is one of the abilities that probably allowed us to survive as a species. In fact, this ability allowed us to classify food as good to eat or poisonous and therefore to classify the situations in which we found ourselves as risky, for example that of meeting a Lion in the savannah or safe. From a social point of view, the ability to Recognize our family members over others meant knowing how to recognize from whom we could obtain care, food, comfort and in a more complex social world.
00:04:35
This ability has allowed us to distinguish people who are part of our group, for example our tribe, from people who are part of an enemy group and therefore to be avoided and so on. It is important to underline how categories and schemas can be formed through direct experience, but in many cases they are transmitted socially. In simple words they are transmitted to us by people close to us, in fact if we think about the examples we gave at the beginning of the episode, while it is very likely that we met a train conductor and that he asked us for the ticket.
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It is much less likely that we have been robbed, and yet, through the experience of others, such as the story of an unfortunate acquaintance of ours, we have both acquired a prototypical image of the robber, a hooded person who threatens passers-by. Both the models and the behaviors to implement in response to this stimulus, such as running away or calling the police. Clearly it must be said that the categories are not fixed, but can also change, even if, given their function of giving order to the social world, a world that would be very complex to interpret differently.
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They are very resistant to change, also because our mind always tries to find evidence that makes them valid, so much so that if a situation were to happen in which the train conductor, instead of asking us for the ticket, actually tried to rob us, this would not have the effect of making us think that all train conductors are robbers. How would our category of train conductor change then? Probably our mind would create a subcategory that also takes into account the possibility that some train conductors could rob passengers.
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Make an adequate response scheme, the creation of categories also occurs in the case of larger social groups, such as Italians, Spaniards or immigrants, similarly to the train conductor we create a prototypical image of a member of a certain group and then assign it to the entire group of which this person is part. In this case the categories are called stereotypes. The reason why we adopt this simplification is similar to those already explained before, it allows us to simplify the world around us and also to form quick impressions on the people we meet. However, stereotypes are often associated with prejudice and discrimination.
00:06:53
But we will talk about this in the next episode, hoping that today it is clearer why we divide others into categories and this is not a dysfunctional mechanism, but rather a part of the normal functioning of our mind, hoping that no train conductor was offended by being used as an example. In this episode I just have to remind you that if you want to contact me for feedback or questions, you can do so via email at socialmind@giovannitelesca.net or via Instagram on the social mind_ PODCAST page.
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Goodbye, I’ll talk to you in the next episode.